
Adelphi
The Lady in the van
Verso la fine degli anni ’60, un disastrato furgone Bedford appare in Gloucester Crescent, Londra nord. Il furgone e la sua occupante, Miss Sheperd, si spostano di pochi metri lungo la via e, infine, si arrestano definitivamente davanti alla casa di Alan Bennett. Lo scrittore, che la osserva dalla finestra del suo studio, non potrà evitare di essere coinvolto in una particolare e lunghissima forma di convivenza con questa vecchina tutt’altro che tenera.
Recensione
Meraviglioso e spassosissimo questo piccolo racconto che porta sotto i riflettori un segmento di vita dell’autore, il famoso commediografo/scrittore britannico Alan Bennett. Una strana coppia è quella che, a poco a poco, vediamo materializzarsi tra le pagine in un rapporto che si stratifica e si fortifica rimanendo sempre, o quasi, entro gli ambiti del rispetto reciproco. Da un lato troviamo una donna con un passato difficile e, spesso, oscuro, un’anima in fuga che si modula sulle proprie esperienze, che vive in un furgone - che cambierà più volte, ma tinteggerà sempre in giallo - nel quale racchiude tutto il suo mondo, attuale e passato. Dall’altra abbiamo uno scrittore, una mente brillante, un elaboratore del pensiero, che osserva attonito ed estasiato la vita della strana vagabonda e che, a piccoli passi, abbandonerà la veste di spettatore per diventare parte integrante della quotidianità di questa eccentrica figura. La pungente, invadente, scorbutica, irridente, acuta ma totalmente splendida Miss Mary Sheperd sembra nata dal genio dello scrittore, ma, in realtà, ha veramente abitato vicino a lui, dapprima parcheggiandogli davanti a casa e, in seguito, soprattutto per ragioni di sicurezza, spostandosi nel vialetto della sua abitazione. Questa donna maestosa, con una corporatura imponente, tanto determinata da scrivere all’Ambasciata Argentina nel culmine della guerra delle Falklands o da schierarsi con il Parlamento, così stravagante da utilizzare il whisky per fare le frizioni corporali o da cospargere una coperta di detersivo in attesa che la pioggia la lavi, in diciotto anni ha riservato molte sorprese al suo vicino e molte ne riserva ai lettori. In un gioco di arguzia e di sagacia i due saranno in grado di superare le reciproche differenze e condivideranno una grande parte di vita. Un libro splendido, che supera qualsiasi confine e, guardando oltre il sottile humor inglese, sfiora tasti tanto profondi quanto intimi.
Dello stile di Bennett ho scritto più volte, ma ogni volta lo trovo brillante, sicuro, coinvolgente.
Le ambientazioni sono ridotte all’essenziale ma sempre e comunque esaustive e intriganti.
I personaggi? Avrei voluto essere la dirimpettaia di Bennett e vedere lui e Miss S. durante le loro schermaglie per poterne sorridere o, più probabilmente, esserne coinvolta.
Copertina rosa fucsia anche in questo caso: bel colore!
Nel 1999 i diari nei quali Bennett aveva annotato gli episodi più peculiari della sua convivenza con Miss Sheperd sono diventati una piece teatrale di grande successo nella quale la singolare sessantenne è stata interpretata dalla bravissima Maggie Smith (Margaret Natalie Smith Cross). Nel 2016, “The Lady in the van”, viene trasposto sul grande schermo e, anche in questo caso, il ruolo della protagonista non poteva che essere affidato a Maggie Smith, affiancata da Alex Jennings nel ruolo di Alan Bennett.