
Gruppo Albatros
In un torrido pomeriggio di luglio, Claudia sente una voce che, piangendo, urla «Sin Saba!» ma, seppur sgomenta, non riesce proprio a individuarne l’origine. Poco a poco la brezza leggera che la sfiora e la avvolge inizia a raccontarle una storia fatta di dolore, di passione, di perdita. Riuscirà Claudia, con la sua sensibilità, ad aiutare l’anima che chiede il suo intervento?
Recensione
Un mondo totalmente femminile è quello inventato e narrato dall’autrice toscana, Laura Becattini, nella sua opera prima “Sin Saba”.
Una storia che affonda le proprie radici in un’epoca difficile, antecedente alla Guerra di Secessione americana, anche detta guerra civile, nella quale la schiavitù, il razzismo razziale e sessuale erano la normalità quotidiana alla quale si doveva, volenti o nolenti, sottostare. Persone di colore considerate alla stregua di bestie senz’anima, trattate come oggetti inanimati, privati dei sentimenti, svuotati da ogni volontà e costretti a una vita in catene, siano esse reali o invisibili. Donne usate come merce, quasi parti di un contratto, per intessere relazioni commerciali o economiche, oppure come giocattoli sessuali che devono tacitare la propria voce e sottostare e accondiscendere al volere di padri, mariti, fidanzati. Ma, in questo clima oppressivo, c’è qualcuno che, come Lucy, la donna la cui storia viene narrata a Claudia da una presenza eterea e impalpabile, alza la testa e dice no. No al marito impostole, no ai lavori prettamente femminili, no all’accettazione passiva di una vita predefinita, no a uno schema preconfezionato, no alla rinuncia della passionalità, dell’amore vero, profondo, eterno, provato per l’amica d’infanzia. Ed è proprio una storia d’amicizia e d’amore senza confini e senza barriere che l’autrice costruisce, intessendo i fili di presente e passato per arrivare al finale, nel quale ogni elemento dell’intreccio riuscirà a trovare la giusta collocazione.
La narrazione è avvincente e si articola, repentinamente, su più piani temporali e spaziali, ma risulta essere, comunque, lineare ed esaustiva.
La prosa è essenziale, stringata e, a volte, troppo frettolosa nei passaggi di scena o di tempo, ma resta, contemporaneamente, comprensibile e chiara.
Le protagoniste - Lucy nel 1800, Claudia nel presente - sono ben articolate, indagate nei sentimenti, nei desideri, nei risvolti che permettono al lettore di comprenderne gli aspetti più intimi e delicati.
I personaggi secondari sono moltissimi, alcuni tra questi delineati con dovizia di elementi, altri, soprattutto quelli maschili, vagamente stereotipati, incanalati in un percorso spesso negativo e violento.
Le ambientazioni, come accennato, sono molteplici e si spostano velocemente da panorami più familiari e noti, a scenari storici nei quali il tumulto dell’epoca, che sfocerà nella sanguinosa guerra civile americana, è palpabile, presente, reale.
Piacevole la copertina che assurge a simbolo le due collane che legheranno alcuni personaggi attraverso il tempo.
Un romanzo che consiglio a chiunque non abbia timore di misurarsi con la forza dell’amore.